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prima vera a Sorrento

Primavera 2020…primavera del silenzio degli uomini ed esuberanza della natura.

francesca esposito matrimonio a sorrento

by Francesca Esposito

Primavera2020…primavera del silenzio degli uomini ed esuberanza della natura.

Benvenuta primavera, quest’anno tutti i tuoi suoni ed i tuoi colori sono “la sorpresa più bella” che si osserva dalla mia finestra di casa.

Quest’anno tuto ha è diverso, la lentezza del tempo, l’attesa continua ed il silenzio.

L’etimologia della parola Primavera deriva da due parole, Primus che significa “Prima” e “Vas” che deriva dalla radice sanscrita che significa ardere splendere.

Quindi Primavera significa inizio ed allo stesso tempo qualcosa di splendente e ricco di calore.

Quest’anno primavera mia sei entrata nella nostra vita tra il silenzio degli uomini come una regina, i tuoi suoni come il cinguettio degli uccelli, i tuoi colori sono quelli che in questi giorni bui mi stanno scaldando il cuore.

La primavera è una rinascita, un risveglio…ogni anno ricordo mia nonna, un’immagine viva nella mia mente, lei seduta sulla sua poltroncina che stava cavia al balconcino che dava sul giardinetto antistante casa e guardando verso fuori con un sorriso diceva “Quando le gemme fan cucù, l’inverno non c’è più” e poi di fianco ne metteva un’altro “Aprile dolce dormire…gli uccelli a cantare e Teresa a dormire”.

Quest’anno la sua immagine è ancora più forte.
Avere il mio tempo ha fatto si che in un secondo nella mia mente passassero una miriade di flash, tutti legati alla primavera, alle prime corse tra i campi per raccogliere le pratoline, che poi diventavano i miei segnalibri, al profumo delle viole di marzo…alle attese.

I primi voli delle rondinelle erano la mia passione perché alzavo gli occhi al cielo e vedevo questi stormi con un’unione ed una compattezza e mi facevo sempre la stessa domanda ero bambina ma tutte queste rondini si mettono d’accordo prima di partire? E quelle che restano indietro? Come fanno ad avere una sintonia, una sincronia essere così disciplinate?

Poi mi sono tornate in mente le fioriture degli alberi e qui quella frase le gemme fanno cucù…trovava sempre la sua spiegazione, ed il mio punto riferimento quando ero piccola era il pesco di casa di nonna, un albero minuto e vecchio, la sua caratteristica erano i rami storti, e lunghi avete presente quelle tribù col collo lungo? Ma ogni anno rinnovava sempre il suo miracolo.

…il nonno invece cominciava a ripulire gli ulivi per la Santa Pasqua, e contestualmente iniziava a scegliere i rami che poi doveva potare perché dovevano diventare le palme per noi nipoti e fare circa una ventina di palme di ulivo ricche di fiocchi di carta velina colorati e cacetti richiedeva tempo.

La primavera mi porta alla mente un’altra tradizione, quella del grano per il Santo Sepolcro per la chiesa rionale…il forno a legna ed i luoghi bui di quella casa colonica divenivano l’ habitat giusto per fa nascere il grano che poi il lunedì della settimana santa, per tradizione veniva portato in chiesa.

 

La primavera era per me l’attesa…l’attesa che venisse Pasqua, l’attesa che venissero le belle giornate, l’attesa per le passeggiate…ma anche il momento in cui i colori e profumi facevano parte e riempivano la mia vita di giovinetta….in questo mio pensare a voce alta e con l’amico silenzio vivo di nuovo l’attesa, l’attesa che tutto passi, l’attesa che lo stare insieme non sia discriminazione, l’attesa che nessuno di noi perda un caro bene.

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